Io sono con te - testo teatrale di Lia Peretti, tratto dal romanzo di Melania Mazzucco

IO SONO CON TE

di Lia Peretti

TESTO TEATRALE DAL ROMANZO

IO SONO CON TE

di Melania Mazzucco

 

PROLOGO

 

1 MUSICA: TIMBER TIMBRE LIKE A MOUNTAIN

(Le attrici entrano in scena al ritmo della musica e si dispongono a cerchio. Sfuma la musica.)

BRIGITTE: Un giorno il dottore mi ha chiamato e mi ha detto: “Brigitte, vieni nel mio ufficio.” Mi ha detto, mi ha detto: “C’è una signora che si chiama Melania e vuole fare un libro con te. Io ho chiesto: “Ma che libro? Eh, ma che libro?”

 

SCENA PRIMA

2 MUSICA: STAZIONE TERMINI

(Alcune attrici in scena vestono Brigitte da “barbona”, con un cappello, una valigia rotta, un impermeabile… Stazione Termini, Roma: Brigitte zoppicante passa tra i viaggiatori incuranti, urta inciampa nelle valige, fruga tra i cestini e mangia gli scarti di cibo. Si trascina finché non trova un angolo dove dormire, appoggia la testa sulla valigia rotta che porta con sé.)

BRIGITTE: Sono qua. Mi dicono: Questa è Roma. Senza passaporto, senza biglietto, senza qualche cosa. Je n’ai pas rien, tout est perdu. Tanto, tanto freddo, fa freddo, piove. Molto sporca. Tutto sporco. Ho la febbre. Sto male. Tu non posso credere che quello è giusto.

PRIMA VOCE: Brigitte è un fantasma per giorni, che nessuno vede: lei stessa è un fantasma per se stessa perché ha perso tutto e non sa più chi è.

SECONDA VOCE: Ed io? Io dove ero quando Brigitte dormiva alla stazione e dove ero quando dormiva all’aperto, su una panchina di marmo sotto gli alberi? Io non l’ho incontrata o se l’ho incontrata non l’ho vista o se l’ho vista non ho saputo vederla. A questo punto, non vedere diventa una colpa.

PRIMA VOCE: È una storia vera che non appartiene solo a lei ma appartiene a tutti noi, alle nostre strade, alle nostre stazioni, alle nostre piazze.

SECONDA VOCE: Per nove giorni vaga e piange davanti dentro e attorno alla stazione Termini finché...

Passante (si avvicina alla donna): Avez vous faim? Hai fame? Ehi, non mangiare i rifiuti, ti ammali. Vieni, ti offro io da mangiare. Adesso ti scrivo l’indirizzo di un centro di accoglienza. Anzi, ti accompagno io al Centro dove ti possono aiutare.

3 MUSICA: BEIRUT NANTES

(Il passante accompagna a sedersi Brigitte. Musica finché non si è preparata la scena successiva)

 

SCENA SECONDA

(Due sedie, Brigitte si siede, arriva l’avvocato che si siede a fianco)

Avvocato: Forse ti posso registrare ma devo sapere chi sei? Come ti chiami? Da dove vieni? Come sei arrivata?

Brigitte (seduta su una sedia con voce incolore): Io mi chiamo Brigitte Zebé Ku Phakua, sono congolese io. Sono infermiera. Sono vedova, ho perso mio marito nel 2006. Sono madre di quattro figli.

SECONDA VOCE: Tutto è perduto. I bambini, la madre, il fratello, il lavoro, i gioielli, i soldi, i vestiti, la casa, la città. E il paese. Non posso più vivere.

PRIMA VOCE: In Congo non devono vederti più.

SECONDA VOCE: In Congo non devono vederti più.

Brigitte: Io ho, avevo due grandi ospedali a Matadi in Congo. Ho preso il dottore, le infermiere, lì dieci, qui dieci. Io ero capo di tutte e due. Aiutavo tutti, anche senza soldi. Un pomeriggio di novembre…

Avvocato: Dimmi. Cosa è successo un pomeriggio di novembre… Sono un avvocato

Brigitte (urla, sposta la sedia, uscendo di scena): No, advocat… perché avvocato, io non ho fatto niente. L’avvocato femmina mai visto, non avvocato ma bambina. Ci sono donne bianche dappertutto. Une petite fille, ancora bambina mon advocat, io non ho fatto niente. Una donna bianca eh, donne bianche sono cattive. (si allontana) Niente, ho perduto tutto.

(silenzio in scena, Brigitte rannicchiata su una panchina a lato poi 3 MUSICA BEIRUT)

Voce fuori campo: Bilì, Bilì, non avere paura, io sono con te; non preoccuparti, perché io sono il tuo Dio. Quelli che ti hanno fatto la guerra saranno come nulla.

Brigitte: Bilì, mi hai chiamato come mi chiama la mamma, come mi chiamano i miei cari…

Voce fuori campo: Bilì, ti rendo forte, ti vengo in aiuto e ti sostengo con la mia destra. Bilì, la giovane avvocata è per te, è mandata per te. Non aver paura io sono con te, io sono con te.

 

SCENA TERZA

3 MUSICA: BEIRUT

(Sfumata Brigitte riprende coraggio e si risiede di fronte l’avvocato)

Brigitte: Ascolta. Tu sei il mio avvocato. Un pomeriggio di novembre, nella mia clinica c’erano anche sette pazienti sei uomini e una donna.

PRIMA VOCE: Sette manifestanti rimasti feriti nello scontro la sera prima.

SECONDA VOCE: Sempre così nel Congo, le elezioni sono un periodo brutto in Congo.

PRIMA VOCE: I militari hanno caricato e sparato sui manifestanti.

SECONDA VOCE: Un pomeriggio di novembre nella mia clinica nel turno della sera è venuto un uomo a cercarmi.

Uomo: Brigitte Zébé sei tu? Sei fortunata: ho un assegno a tuo nome. Vale centomila dollari. Vai in banca e puoi incassarlo.

Brigitte: Colonnello, non devo incassare nessun assegno.

Uomo: (appoggiando un flacone sul tavolo) Non è difficile. Sette iniezioni.

Brigitte: Non lo posso fare.

Uomo: Sette iniezioni

Brigitte: Sono infermiera. Non Lo posso fare. Anche se mon ennemi viene nella mia clinica non posso fare brutto con lui o con lei perché è contraire à la deontologie perché io ho firmato il giuramento di Ippocrate

Uomo: Va bene. Me ne vado (l’uomo prende la bottiglia e se ne va)

PRIMA VOCE: Lui se ne va con la sua bottiglia di Formol.

SECONDA VOCE Un medicinale che se iniettato in dose massiccia provoca la paralisi e la morte.

Brigitte: La sera del giorno dopo vado alla festa della Croce Rossa, io ho la tessera della Croce Rossa sempre dentro il taschino della divisa. Ho ballato e scherzato, ho disteso i nervi. A casa crollo, stanca sul letto.

1 MUSICA TIMBER TIMBRE (che cessa di colpo quando si sente battere forte la porta)

 

SCENA QUARTA

(Entra un soldato che scaraventa a terra Brigitte e si allontana)

Brigitte: Aiuto, aiuto!

PRIMA VOCE: La portano via con una jeep dai vetri oscurati, viaggiano per ore verso la foresta. Arrivano. Il corpo morto del fratello che è accorso in aiuto è contro il suo. Lo spingono, lo muovono, le dicono di scoparlo.

Brigitte: Mi spingono in un posto sottoterra, con trenta e quaranta persone. Stretti, senza aria. Senza luce. Bevo nel barattolo la mia urina. Mangiamo gli avanzi dei soldati che buttano per terra come ai cani (si aggrappa alla sedia, faticosamente e lentamente si risiede).

PRIMA VOCE: Il martedì e il venerdì i soldati chiamano tre persone alla volta da una lista. Li mettono in un sacco di iuta e li buttano dalla scogliera nel fiume Congo.

PRIMA VOCE: La seconda notte ci spingono su in cinque. Siamo tutte donne e capiamo che non ci portano a morire.

SECONDA VOCE: Mi pestano, mi lacerano, mi sfondano. Mi prendono tutte le notti. Sanguino e brucio. Ho tracce sul mio corpo per sempre.

PRIMA VOCE: Vorrei morire ma Dio non vuole: sopporto, resisto, subisco qualsiasi cosa. Azioni che non hanno il diritto di esser dette.

SECONDA VOCE: Nelle lingue africane ci sono molte parole segrete. Parole che non possono esser pronunciate perché portano in un’altra dimensione che non appartiene agli uomini. Ai demoni piuttosto.

PRIMA VOCE: Tacendole non le nego. Sigillo invece la loro orrenda infamia.

Avvocato: (Brigitte piange e trema convulsamente) Chiamate lo psichiatra, presto. La Zébé deve esser ricevuta subito. (l’avvocato esce di scena)

 

SCENA QUINTA

Psichiatra (entra e si siede): Brigitte. Sono il dottore. Ti ascolto.

Brigitte: Una notte chiamano il mio nome. Solo il mio. Un soldato mi spinge al piano di sopra davanti al capitano. Poi si allontana.

Capitano (compare accanto a Brigitte) : Brigitte, mi riconosci?(Brigitte non risponde) Ho visto il tuo nome, sei nella lista per il 3 gennaio. Sei l’infermiera che hai salvato mia moglie e mio figlio con un parto cesareo. Nessuno ci voleva perché non potevo pagare e il bambino non voleva nascere. Mio figlio porta il tuo nome, Brida. Tu vivi in lui adesso.

Brigitte: Perché mi dici queste cose? A che serve?

Capitano: Ti farò uscire da qui. Ma se ti rivedono in Congo, sei morta e sono morto anch’io.

PRIMA VOCE: Alzo gli occhi e vedo il calendario appeso. Quasi due mesi di prigionia. Oggi è il 27 dicembre, il giorno del mio compleanno e compio 38 anni.

SECONDA VOCE: Non morirò. Oggi nasco per la seconda volta. Dio lo vuole. Sì, capitano, fammi uscire da qui.

PRIMA VOCE: La notte di Capodanno, i soldati sono ubriachi. Alle tre del mattino…

Capitano: Brigitte Zébé!

SECONDA VOCE: Mi spinge fuori dall’ingresso dell’edificio e chiude la porta.

Capitano: Dio t’aiuti maman Brigitte!  (il Capitano esce di scena 4 MUSICA FORESTA)

Brigitte: Tutto buio la foresta. Fatica a camminare, le ferite mi fanno male, ho un fuoco tra le gambe, cammino sul bordo della pista.

PRIMA VOCE: Mezza nuda con la sola camicia della Croce Rossa. I piedi gonfi e i mille rumori nella foresta mi spaventano. Cammino tanto, tanto, poi arriva il sole, la foresta finisce in campi e la pista finisce in una strada (finisce musica foresta).

SECONDA VOCE: Arriva un grosso camion a dieci ruote lentissimo. Mi butto in mezzo alla strada.

Brigitte (apre le braccia a croce): Ti supplico fermati.  Salvami. Guarda, ho la tessera della Croce Rossa col mio nome.

PRIMA VOCE: Il bene come il male è sempre una scelta.

Autista (compare accanto a Brigitte): Va bene ma se ti trovano, dovrai dire che sei salita di nascosto.

Brigitte: Dio ti ricompensi. Mi nascondo qui tra i barili di olio di palma.

SECONDA VOCE: Viaggiamo lentamente per due giorni. Ci fermiamo ai posti di blocco ma non perquisiscono il camion. (5 MUSICA TRAFFICO) Poi il traffico aumenta sempre più. Il camion si ferma, l’autista mi fa scendere. Siamo arrivati a Kinshasa, siamo arrivati nella capitale.

 

SCENA SESTA

PRIMA VOCE: In questa città a Kinshasa di dieci milioni di abitanti, abita Costantin con la sua famiglia, un uomo che il padre di Brigitte ha aiutato a studiare

SECONDA VOCE: Una donna sulla strada vede la tua necessità e ti dà dei soldi. Ti indica una cabina telefonica.

Brigitte: (tra sé, poi al telefono) Costantin, come un fratello per me. Il suo numero a memoria. Costantin, mon frère, c’est Bilì, aide-moi, sauve-moi!

Costantin (fuori scena) Aspettami Bilì, non ti muovere, vengo subito a prenderti! (finisce musica traffico)

PRIMA VOCE: Costantin mi nasconde nella sua casa per 20 giorni. Non posso farmi vedere, non posso telefonare a nessuno. Poi trova un diplomatico che a suo rischio mi fa passare per sua moglie e con un passaporto falso mi porta fuori dal paese.

SECONDA VOCE: Io non sono mai salita in aereo. Io non ho il passaporto A cosa serviva? Noi non viaggiamo come voi per piacere. Viaggiamo per dovere o per disperazione.

PRIMA VOCE: Arriviamo a Istanbul e poi ancora ripartiamo per Roma. Da Fiumicino il diplomatico mi accompagna in taxi alla stazione Termini. Poi riprende un taxi: ha un volo per Parigi tra tre ore (compare accanto a Brigitte il diplomatico)

Brigitte: Non lasciarmi ti prego!

Diplomatico: Ti ho salvato la vita. L’ho fatto per Costantin. Tuo fratello è mio amico. Ma è finita e non posso fare più niente per te. Toh, prendi 20 euro.

SECONDA VOCE. Sono le 17.30 del 26 gennaio e io sono sola in una città sconosciuta, di un paese sconosciuto, di un continente sconosciuto. Sono sola e non ho più niente.

Psichiatra (prende la mano di Brigitte e parla rivolto al pubblico): Brigitte, anche se distrutta e confusa, con una serie di difficoltà di eloquio e balbuzie, sull’orlo di una psicosi, negli sprazzi di lucidità, dimostra un carattere forte, quasi ferreo. Ha coraggio. Può farcela. (rivolto a Brigitte) Ti prescrivo un antipsicotico. Verrai da me ogni due settimane, finché non ne avrai più bisogno. (3 MUSICA BEIRUT: Brigitte si toglie lentamente i vestiti da “barbona”)

 

SCENA SETTIMA

Brigitte: Sono andata dall’avvocato, sono andata dal medico. Quando stai un po’ meglio mi hanno mandato a scuola, vai a fare lingua, ho visto un po’ meglio, un po’ meglio. Quell’anno fino adesso sto con loro. Commissione per il permesso, uffici, casa, lavoro. Ahi, ahi, molto dura eh. Ogni problema sto con loro. Loro mi conosce bene, bene, che Brigitte è così.

PRIMA VOCE: I bambini. Il pensiero dei bambini mi ha sempre accompagnato. Mai sopito il profondo grido del mio cuore verso i figli perduti.

(3 MUSICA BEIRUT sfumata)

SECONDA VOCE: Che cosa hanno pensato quando non hanno trovato più la madre? L’hanno pensata morta. E ora che sanno che è viva, come recuperare gli anni perduti per rinsaldare gli affetti?

Brigitte: Melania tu hai scritto la mia storia e hai dedicato questo libro ai miei figli.

Melania (arriva portando il libro): Perché conoscano la loro madre, la loro temeraria, fragile e infranta ma indistruttibile madre.

Brigitte: Questo libro ha due scale, la mia vita prima e adesso. Io sono con te.. tu sei con me

Melania: Questa è la nostra biografia.

Brigitte: Tu, vieni in Congo con me, Melania. Vedi il fiume, il ponte Maréchal, la clinica, la foresta, gli alberi di manioca…

Melania: Prima dobbiamo andare al mare. Quando sono triste guardo il mare e quell’infinito mi calma, mi trasmette forza.

Brigitte (stupita): L’infinito c’est Dieu seulement… ah les blancs! I bianchi, i bianchi (ridendo, scuote il capo, abbracciando Melania)

MUSICA TIMBER TIMBRE

Fine

Autore: Elena Pigozzi

Contatto: Paroledielenapigozzi@gmail.com

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