Tag Archivio per: L’Ultima Ricamatrice

La prima volta che ho incontrato Eufrasia è stata alla radio. Uno scrittore raccontava l’arte del tagliare e del cucire parole e storie. L’ho vista allora, la mia protagonista, mentre prendeva le misure a un cliente e ne aggiustava la vita, con tanto di forbici e filo. Gli sistemava i ricordi, gli tagliava via le paure, gli metteva in evidenza le gioie.
Ecco, mi sono ricordata, questo è il textum, parola latina con due esiti, il primo dei quali è proprio tessuto. E proseguendo nell’analisi, concludere con la metafora nota: scrivere è tessere trame… Da lì, dalla metafora della scrittura come intrecciare fili, sono arrivate le altre ricamatrici, non Miriam, Esther, Clelia, ma le altre, quelle nobili, del mito. Prima è venuta Penelope, che del tessere è stata abile stratega, con la sua tela dell’inganno, che è forza e racconto, quello dello sposo lontano. Poi le sorelle, Procne e Filomela. Loro erano impegnate in una discussione esclusiva, ho dovuto avvicinarmi senza essere vista e scoprirle dialogare attraverso un ricamo, dopo la violenza del cognato e sposo.

Infine, ho seguito un’ombra uscire dall’orizzonte e ho scoperto che c’era anche lei, Sherazade, con la sua grande arte della parola, con cui si tiene in vita e con cui ordisce altre vite.

Quando gli incontri sono diventati quotidiani, ho ceduto e ho cominciato a scrivere. O meglio, a inseguire Eufrasia, la prima che si è presentata. Ho ascoltato lei, imparato la sua voce, conversato con la sua forza. Che mi ripeteva, a ogni ricamo, a ogni nuovo tessuto: l’amore rende liberi. L’amore, in ogni sua forma, è capace di superare ogni dolore.

È nata così L’ultima ricamatrice. Da questa certezza che mi portavo dentro forse senza saperlo finché Eufrasia ha deciso di tiramela fuori, con l’arte antica della parola. Con l’arte preziosa del ricamare.

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